La sindrome dell’impostore: conoscerla per evitarla.
Ti è mai capitato di non sentirti sufficientemente preparato per un determinato lavoro? Di avere quella sensazione di non essere la persona più adatta per svolgere quel compito e che prima o poi la cosa salterà fuori? Allora anche tu hai sperimentato la cosiddetta sindrome dell’impostore.
In modo più o meno forte e più o meno cosciente, molti di noi hanno sperimentato questa sensazione ad un certo punto della propria vita lavorativa. Questa sindrome può manifestarsi come sentimento di insicurezza, eccessiva autocritica o paura del giudizio degli altri.
Ma come affrontare la sindrome dell’impostore?
È qualcosa che possiamo superare? Dobbiamo arrenderci e conviverci? O possiamo imparare a combatterla?
La sindrome dell’impostore è stata identificata per la prima volta alla fine degli anni ’70 dalle psicologhe Suzanne Imes e Pauline Rose Clance. Le due studiose hanno scoperto che spesso le persone di alto livello non erano in grado di interiorizzare e accettare il loro successo, attribuendolo alla fortuna piuttosto che all’abilità.
Al contrario di quello che si credeva inizialmente non c’è categoria che non possa essere colpita, uomini e donne, giovani e anziani, più o meno in carriera.
Ma come reagire?
Possiamo cercare di sfruttare le nostre esperienze per iniziare a usarle come risorse da cui imparare e da cui partire per crescere.
Failure is not the opposite of success; it’s part of success.
Arianna Huffington
La sindrome dell’impostore spesso nasce dall’errata convinzione che successo e perfezione siano necessariamente collegati. Ma pensiamo a tutte quelle persone che hanno fatto proprio dell’imperfezione la chiave del loro successo. Il successo, in realtà, dipende tanto dal fare le cose per bene quanto dall’imparare dagli errori. Senza il fallimento occasionale, non abbiamo spazio per crescere, l’errore ci sta, tranne che nei vostri testi! 😉
La sindrome dell’impostore è sostanzialmente la sensazione di non essere abbastanza bravi. Ma questo non lo rende un dato di fatto. La chiave è essere in grado di riconoscerla come uno schema inutile e imparare a lavorarci.
Quindi, andate avanti con coraggio con la consapevolezza che siete dove siete grazie al vostro impegno e non abbiate paura di lanciarvi in nuove iniziative. Abbandonate l’ideale di perfezione e concentratevi sul vostro valore e sul valore dei vostri contenuti. E ricordatevi che commettere un errore è solo un altro passo per imparare e migliorarsi. Come diceva Wiston Churchill Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti.
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